SL 26 – Piazzale Roma – Quarta Tappa

Testi di Letizia Bravi
liberamente ispirati a fatti realmente accaduti e a persone realmente esistite.

L: (si avvicina circospetta) Ma cos’è successo qui? Iammè. La nostra lupa!

R: “Nostra”? Ci è stata portata da Roma sette anni fa.

L: Sì, sì me lo ricordo, eh fide se me lo ricordo: aiutavo in cucina alla Croce bianca. Il sindaco Bonomi mangiò lì con i suoi illustri ospiti. Ricordo ancora il menù: antipasto assortito, anolini in brodo, riso con fegatini, polli novelli alla griglia, vitello arrosto, insalata novella, spumone Croce Bianca con i biscottini.
Ah, e adesso che fame, che fame…

R: Sì… Ehm, staffetta ha un messaggio per me?

L: (continua col suo discorso di prima) Ah,fide se me lo ricordo. Un mal di schiena a sfregar tutti quei piatti… Che siccome erano fascisti… pù pù… li avrei lavati più volentieri con lo sputo.
Comunque mi ero affezionata, insomma, la lupa di Romolo e Remo…

R: Un simbolo fascista…  Per ricordare “anche al veloce passante che transita sulla via Emilia l’origine romana della Primogenita”.

L: Quindi se la sono eretta e se la sono abbattuta… insomma, se la sono cantata e suonata.

R: In verità, staffetta… Siamo noi ad avergliela suonata. Due di noi… Hanno domandato a degli americani di poter provare il cannone…  Insomma, al secondo colpo la Lupa è crollata.

L: Ancora meglio, allora! I fascisti l’hanno eretta ed eletta a simbolo… e voi… l’avete distrutta!

R: Il messaggio, staffetta!

L: Sì, sì, quanta fretta. (Cercando di ricordare) Com’era?

R: Non ha la lettera?

L: eh sì, così se mi trovano con quella carta mi arrestano subito o peggio!
No, no io mando tutta a memoria. Com’è che era? Ah sì, la volpe si è avvicinata… Dove? Dove si era avvicinata? Ah sì, al granaio.

R: (ripetendo tra sé e sé) La volpe si è avvicinata al granaio… I tedeschi non mollano la postazione alla Pertite…

L: Ma perché non entrate nel centro della città? Ormai tutti vi aspettano, i fascisti stanno abbandonando la città! Le vedo le auto che sfrecciano piene di bauli, fanno baracca e burattini e via. Gettano alle ortiche uniformi e camicie nere.

R: Entrare in centro? In via Roma, giusto oggi, da un carro armato tedesco è stato fatto fuoco su cittadini inermi. La strada è ancora irta di ostacoli, staffetta.
Ci sono più fronti… La volpe si è avvicinata al pollaio anche a Cortemaggiore…

L: A Cortemaggiore… Temete dunque una sortita alle spalle. Sarebbe un disastro…

R: Già.

(Pausa. Contemplano la città)

L: La città ha un aspetto spettrale. Pare l’apocalisse.

R: L’altra sera c’era così scuro ma così scuro che solo gli spari dei bengala illuminavano la notte… Una fantasmagoria di scie luminose…

L: Ah, iammè. Un futuro così nero che in cui l’unica luce è quella dei proiettili e degli spari… non è un futuro. È cecità, morte. E dunque non ha avvenire.

R: È così.

Grazie dei messaggi, staffetta. E ora, vada, presto! Arriverà il momento in cui potremo stare tranquilli per le strade della nostra città. Per adesso, se ne stia chiusa in casa… si respira aria di nuovo ma il vecchio tarda a morire.

L: Che crepi senza farci vivere altre agonie. Addio.